SIR risponde ai pazienti su COVID-19
Pandemia da COVID-19:
la SIR risponde ad alcune domande dei pazienti
1) I pazienti con malattie reumatologiche infiammatorie sono più esposti al rischio di infezione da COVID-19?
Al momento non disponiamo di dati certi. I dati desumibili dall'epidemia in Cina non hanno mai riportato l'esistenza di un rischio aggiuntivo per i pazienti portatori di patologie reumatologiche.
2) Se ho una malattia reumatologica devo sospendere le terapie?
In generale le terapie non devono essere sospese o ridotte. In caso di dubbi e problematiche che dovessero insorgere è consigliabile contattare da remoto il proprio reumatologo per un consiglio diretto, che sarà modulato sul singolo caso.
3) Se sono in terapia con farmaci immunosoppressivi devo sospendere o ridurre la terapia?
I pazienti in trattamento con farmaci biologici, con inibitori delle Janus Kinasi, con Methotrexate o con altri immunosoppressori, utilizzano queste terapie per mantenere una bassa attività di malattia. La sospensione o la riduzione di questi trattamenti per alcuni mesi può esporre una moltitudine di pazienti a una riattivazione di malattia che rappresenta un fattore di rischio per la comparsa di infezioni. Tuttavia, non c'è dubbio che in generale questi trattamenti possano a loro volta facilitare il rischio di infezioni. Pertanto, la raccomandazione generale è quella di non sospendere o ridurre autonomamente le terapie, ma cercare di osservare le raccomandazioni di protezione individuale emanate a livello nazionale. La terapia peraltro va sospesa, come consigliato in genere indipendentemente dall'infezione da COVID-19, se dovessero insorgere sintomi di tipo simil-influenzale (come febbre o tosse).
4) Se assumo cortisonici devo sospendere la terapia?
La terapia cortisonica non va mai sospesa autonomamente. La sospensione o la riduzione brusca del cortisonico è un fattore di elevatissimo rischio di ripresa dell'attività di malattia. Esistono tuttavia condizioni in cui la riduzione del cortisonico può essere attuata senza problemi, in misura graduale e controllata. Anche in questo caso la raccomandazione è quella di ascoltare il proprio reumatologo di fiducia.
5) Posso utilizzare come d'abitudine i farmaci anti-infiammatori non steroidei?
Soprattutto sui canali mediatici sono state diffuse informazioni relative al possibile ruolo di alcuni antiinfiammatori non steroidei nel facilitare l'infezione da Coronavirus. Al momento non sono disponibili evidenze conclusive relative a un effetto di questo tipo. L'agenzia Europea del farmaco sta valutando e monitorando i dati disponibili. Se si intraprende un trattamento per comparsa di febbre o per sintomatologia dolorosa si possono attualmente considerare tutte le opzioni, inclusi il paracetamolo o i farmaci anti-infiammatori non steroidei. Ogni farmaco può presentare rischi e benefici e i pazienti, anche se in terapia cronica con FANS, possono continuare la terapia in atto; al momento non ci sono indicazioni alla interruzione della terapia.
6) Se utilizzo la clorochina, che sembra avere un effetto contro il virus, posso ritenermi protetto dall'infezione da COVID-19?
Alcuni dati sperimentali hanno evidenziato che medicamenti comunemente utilizzati nella terapia di molte patologie reumatologiche, come la clorochina e l'Idrossiclorochina, avrebbero un effetto inibitorio sulla replicazione del virus, tanto che questi medicamenti vengono utilizzati in molti protocolli su pazienti con polmonite da Coronavirus. Chi assume regolarmente questi farmaci, pertanto, deve proseguire la terapia, ma è bene ricordare che non può e non deve ritenersi protetto dall'infezione e deve seguire come ogni altro le indicazioni ministeriali evitando i contatti fisici e restando quanto più possibile al proprio domicilio.
7) Se sono in trattamento con Tocilizumab posso ritenermi protetto dalla infezione da COVID- 19?
Vale assolutamente quanto detto per gli antimalarici. La terapia con Tocilizumab potrebbe essere d'aiuto nel trattamento di pazienti con polmonite da Coronavirus, ma il farmaco in questione non ha alcun effetto anti-virale, agisce solo perché spegne l'infiammazione a livello del tessuto polmonare. Chi è in terapia con questo farmaco non è protetto dall'infezione e deve seguire le indicazioni ministeriali evitando contatti fisici e restando quanto più possibile al proprio domicilio. I pazienti in trattamento con questo farmaco biologico possono proseguire la terapia in quanto abbiamo sufficienti informazioni da parte della casa produttrice che non ci saranno problemi di approvvigionamento e che la quota parte di farmaco destinata ai pazienti reumatologici è del tutto assicurata.
8) Posso iniziare una terapia immunosoppressiva o un farmaco biologico o una piccola molecola in questo periodo?
La risposta a tale domanda deve essere adeguata al singolo caso. Se la terapia è giudicata immediatamente necessaria, come nel caso di alcune patologie che possono avere effetti fortemente negativi sulla salute del paziente o sul danno ad organi vitali, la terapia immunosoppressiva deve essere in ogni caso iniziata con le dovute precauzioni. Se il trattamento è giudicato necessario ma non necessariamente immediato può essere prudente attendere qualche settimana. Il clinico può privilegiare trattamenti caratterizzati da breve emivita o minore rischio infettivo. La decisione è tuttavia demandata all'esperienza del clinico che ha in cura il paziente a cui verrà spiegata la motivazione della scelta.
9) Ho diritto ad esenzione lavorativa se pratico trattamenti con immunosoppressori?
Anche questa problematica è attualmente dibattuta. Al momento sembra che la clausola possa valere soltanto per i pazienti in possesso di una certificazione di invalidità. Le Associazioni dei pazienti stanno lavorando su questo tema. In ogni caso in tutti i pazienti in terapia immunosoppressiva va incoraggiato
per quanto possibile